E’ il 1966 e Graphis, la più importante rivista internazionale di grafica ed arti applicate dell’epoca, nel numero 126, dedica un lungo servizio ad uno dei più importanti e riconosciuti artisti grafici del secolo scorso: Franco Grignani. Del suo lavoro hanno parlato in molti e sono stati pubblicati molti libri per presentare l’opera così unica e riconoscibile, sia come pittore che come grafico. Del suo lavoro come pubblicitario, partendo proprio da questo spunto di Graphis, ne ho parlato con il nipote Emiliano Camera Grignani che ho contattato e incontrato per farmi raccontare qualche cosa di più della semplice biografia ma soprattutto del suo lavoro di curatore dei lavori del nonno e in particolare di tutte le pubblicità fatte in ventisette anni di lavoro per Alfieri & Lacroix.

Secondo Graphis il lavoro fatto per A&L è un “véritable phénomène” perché l’azienda ha lasciato carta bianca all’artista e Grignani nel suo lavoro di “pubblicitario” non fa riferimento al prodotto in modo diretto (servizio di stampa e fotolito) ma lo allude soltanto interpretando nei vari annunci elementi grafici che richiamano il retino di stampa, mescolando foto in bianco e nero con le sue elaborazioni grafiche oppure utilizzando i caratteri tipografici in modo creativo. Le fotografie in bianco e nero con le loro distorsioni fanno parte di un lavoro di sperimentazione e si inseriscono negli elementi grafici che richiamano l’opera di Grignani creando un effetto moderno ed insolito.

 La “trama” artistica, come viene definita dalla rivista, è unica e appartiene al lavoro di un artista diventato tale dopo aver studiato architettura e dove i moduli matematici sembrano essere alla base della costruzione dei suoi lavori.

Gli effetti ottici delle sue opere in questi annunci per A&L, quando dialogano con le immagini fotografiche, mantengono la relazione cinetica di tutti gli interventi di Grignani. 

Oggi siamo portati a pensare che il lavoro di Grignani potrebbe essere fatto senza molta fatica da qualunque computer ma se contestualizziamo il lavoro portando indietro le lancette dell’orologio agli anni ’60 ci rendiamo conto che è abbastanza difficile trovare nella stessa epoca opere dalla forza grafica così espressiva e innovativa.

Emiliano, in un video che ho trovato molto interessante, racconta attraverso “le iperboliche rivelate”, la tecnica usata dal nonno per la costruzione di alcuni suoi dipinti in grado di disorientare il pubblico.

La tecnica prende spunto da un’idea geometrica, un modulo grafico di base che viene applicato ad un reticolo distorto di linee verticali e orizzontali che generano un effetto sorprendentemente tridimensionale e a volte “vertiginoso”. Delle opere di Grignani non si sono occupati solo grandi personalità del mondo della cultura come Cesare Musatti che nel 1981 ha commentato per Lorenzelli Arte il magnifico lavoro dell’artista ma anche persone che con l’arte apparentemente c’entravano poco, come il fisico nucleare Giuseppe Caglioti che affascinato dalle opere di Grignani ha visto analogie con la fisica quantistica di cui si occupava.

Una curiosità che emerge dal racconto del nipote è che ad ogni struttura reticolare, Grignani aveva attribuito un nome di città e così scopriamo dalla spiegazione che alcuni di questi reticoli hanno nomi di città italiane come Roma o Milano ma anche internazionali come Los Angeles o addirittura in onore della città natale della moglie Jeanne, Melitopol in Ucraina.

Guardando il video di presentazione rilasciato da Emiliano e dopo la sua spiegazione di come si “costruisce” un’opera viene da pensare, come quando vengono svelati i trucchi di magia, che sembri “facile” però dobbiamo immaginare l’artista che dopo gli schizzi preparatori sui foglietti quadrettati realizza a mano su cartoncino e con la tempera le complesse e molteplici forme geometriche che non ammettevano errori e che richiedevano il massimo della concentrazione.

Una volta finito, il dipinto veniva collocato nel soggiorno per essere ammirato e osservato dai familiari ai quali Grignani dava un consiglio che è un consiglio che ho provato anche io a seguire scoprendone il lato interessante: non guardate l’opera soltanto frontalmente, cercate di osservarla con la coda dell’occhio e muovetevi in modo da vedere che a seconda dei punti di vista, le forme statiche acquisiscono una dinamicità e una profondità diversa.

Qualche cenno biografico per inquadrare una figura così particolare: 

la professione del designer nasce dopo la laurea in architettura e la lista degli appuntamenti artistici a cui ha partecipato è sconfinata: è stato uno dei primissimi membri dell’AGI la prestigiosa Alliance Graphique Internazionale. Dal ’65 in poi è stato invitato come ospite negli Stati Uniti presso la Southern Illinois University of Carbondale, membro della giuria alla Biennale de l’Affiche a Varsavia, ha vinto un Leone d’argento alla 36 Biennale di Venezia solo per citarne alcune sue partecipazioni. Le sue opere, oltre a molte esposizioni personali, sono esposte nelle collezioni permanenti al MoMa di New York, al Rijksmuseum di Amsterdam, al MACBA di Buenos Aires, al MACC di Caracas al Victoria and Albert Museum di Londra. 

Grignani è stato uno dei maggiori sperimentatori di fotografia e uno dei più acuti ricercatori sulla percezione visiva e non è classificabile o confinabile nei cluster stereotipati ai quali siamo abituati; è un punto di vista il suo, così unico e personale che mantenendo una coerenza assoluta nel tempo ha creato uno stile artistico che viene sempre di più apprezzato e studiato dai giovani designers in un’ottica di “visual perception” e la sua modernità stupisce e non subisce il limite del tempo. A proposito di modernità, pensiamo alla dimensione di equilibrio di uno dei marchi più originali e longevi disegnato da Grignani, come quello della Pura Lana Vergine che mantiene tutta la forza dello stile di Grignani risultando senza tempo forse perché l’architetto Grignani l’ha costruito con dei criteri classici fatti di rapporti matematici e ottici di pieni e di vuoti come del resto venivano architettati i templi greci che sfruttavano proporzioni auree e i rapporti tra altezze e profondità,  tra vuoti e pieni. 

Ho trovato in rete alcune curiosità come dei tutorial per riprodurre al computer il logo della Pura Lana Vergine e una volta realizzato sembra di vedere l’originale ma (e mi posso sbagliare) credo che nell’originale ci sia qualcosa di meno meccanico di quello ottenuto al computer e la ragione credo stia nella capacità di adattare il logo alle varie misure di utilizzo: non a caso quando si progettava un logo manualmente si adattavano gli spessori alle diverse dimensioni di utilizzo per cui quando il logo veniva preparato per l’utilizzo in dimensioni molto piccole si aprivano in modo impercettibile tutti i tratti in negativo.

L’opera di Grignani viene vista e studiata da centinaia di studenti tutti gli anni nei corsi delle varie accademie grafiche di tutto il mondo; l’aspetto incredibile secondo me di questo maestro della longevità grafica e artistica è proprio legato all’unicità del suo segno che ha rappresentato la sua cifra stilistica cambiando nel tempo ma rimanendo sempre riconoscibile. Una caratteristica molto rara per qualunque artista e che nel lungo lavoro per Alfieri & Lacroix mostra tutte le fasi evolutive di forme, materiali, fotografie stupendo e meravigliando ogni volta il pubblico con risultati sempre nuovi.

Il blog dedicato a Franco Grignani curato dal nipote Emiliano, è un invito alla scoperta e “to disseminate the excellence of the works of Franco Grignani in graphic design among the new generations of students”. Una “mission” che trovo incredibilmente generosa da parte di Emiliano verso coloro che, studenti o accademici, abbiano bisogno di supporto e informazioni sul lavoro sconfinato del nonno, soprattutto in un’epoca in cui mi sembra di percepire un “tutti contro tutti” per sopravvivere (forse) ai segnali inquietanti di una Intelligenza Artificiale che sembra sempre più invasiva nell’arte di copiare e riprodurre i lavori esistenti senza riconoscere l’autorialità delle opere.

Courtesy: Emiliano Camera Grignani

https://www.francogrignani.info/the-full-set-of-ads-for-alfieri-lacroix

https://www.francogrignani.info/the-hyperbolics-revealed

https://www.francogrignani.info/ael

https://www.artsteps.com/view/60ccc2464216e2584a6e43ee

https://vimeo.com/159151519

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