Il tema dell’edizione 2019 di EICMA è stato in gran parte disatteso: poche le rivoluzioni, soppiantate da cambi di paradigma. Il punto di vista di un grande esperto di pubblicità e comunicazione.
Quest’anno sono andato all’Eicma con un’idea ben precisa: cercare tra i vari espositori il “Moto rivoluzionario” promesso dalla pubblicità in pieno stile Tron con tanto di skyline meneghino sullo sfondo. E mi sono detto: andiamo a scoprire le rivoluzioni del mondo delle “due ruote” sperando di cogliere tra uno stand e l’altro qualche brand disposto a creare qualcosa di davvero unico.
L’elettrico pensavo fosse il territorio di quelli che vogliono sperimentare in attesa della levitazione magnetica o dell’antigravità, ma, devo dire, ho visto poco; perché le novità vere e proprie si assomigliano tutte. A voler essere un po’ drastici, si vedono tante biciclette motorizzate che stanno portando molte persone a pedalare, più che a evolvere il mondo delle “due ruote”.
Belle ma non proprio rivoluzionarie.
Rivoluzionario è invece il modo di usare i dati dell’elettrico, e qui ho scoperto allo stand Niu come questa nuova impresa, a capitale cinese, oltre ad un prodotto disegnato bene per la città, lavori in modo esperienziale attraverso una app e una piattaforma che raccoglie e analizza tutti i dati di guida dei veicoli in giro per il mondo, trasformandoli in una miniera di informazioni incredibili sullo stile di guida e sui percorsi, anticipando così i bisogni dei singoli utenti.
Un po’ quello che fanno le centraline delle moto in MotoGP, che trasmettono al muretto tutti i dati: qui invece viene fatto per centinaia di migliaia di moto.
Paura? No, la rivoluzione dei dati dovrebbe spaventare solo quelli che non hanno ancora cominciato, e in ogni caso, più che rivoluzionaria questa tecnologia potremmo definirla “smart”.
Dei motori termici e dei risultati meravigliosi come Streetfighter V4 e Aprilia, solo per citare i più evidenti, è stato detto tutto, ma mi aspettavo, sempre alla ricerca dello sviluppo “rivoluzionario” di cui sopra, che ci fossero maggiori soluzioni ibride o full electric, un po’ come nel mondo delle “quattro ruote”. Qui invece sembra che l’elettrico sia solo appannaggio del mondo degli scooter.
Se così fosse, allora, acceleriamo. Non soltanto una Vespa elettrica, ma un mondo Piaggio elettrico, magari facendo rientrare il tanto amato Ciao. E allora si potrebbe anche immaginare un mondo di linee retrò, dove anche Lambretta con il suo Lui, ma elettrico, potrebbe avere un’evoluzione moderna e non solo nostalgica. Quindi nessuna “rivoluzione”, ma un’evoluzione veloce ci starebbe.
Una nota positiva, parlando di comunicazione, l’ho vista nel mondo “Scrambler” di Ducati, dove alla linea sempre più tailor made del prodotto si sono aggiunti elementi che richiamano il mondo dei bar sport degli anni ‘70. Con tanto di calciobalilla e videogiochi in stile, con cui creare comunicazioni irriverenti e simpatiche che potrebbero accentuare ulteriormente la “vita propria” del brand Scrambler.
Non si può pensare di trasformare un Eskimo in qualcosa di moderno solo perché cambia il materiale… Ci vuole qualcosa di più radicale.
Un’ultima cosa: la comunicazione social non mostra niente di rivoluzionario, ma tanta carne al fuoco si, con Ducati e Harley-Davidson sempre in testa alla classifica dei brand più attivi.