Sì, proprio così, perché si potrebbe cominciare con il dire che Federico Seneca non è soltanto un uomo che ha attraversato il suo tempo lasciando segni che rimarranno per sempre nella storia della comunicazione italiana come il celeberrimo Bacio della Perugina, ma l’ha addirittura attraversato in volo. Quella coppia stilizzata stretta in un abbraccio appassionato, legata a uno dei cioccolatini più noti in assoluto: il Bacio Perugina è opera di un artista che nella Prima Guerra Mondiale è stato Regio Pilota dell’aereonautica. Il figlio, Bernardino Seneca racconta una storia degna di una sceneggiatura in stile Corto Maltese dove uomini e amori si intrecciano tra duelli cavallereschi in cielo e fughe amorose in terra.


Troppo poco lo spazio di questa rubrica per raccontare la storia avvincente che porta un ragazzo del 1891 a misurarsi sia con l’arte del manifesto che con quella del volo. Basti dire che Federico, nato a Fano e studente al Regio Istituto di Belle Arti di Urbino, dove nel 1911 si diploma come professore di disegno e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si ritrova sul fronte, prima come alpino e poi come aviatore. Gabriele D’Annunzio, secondo il racconto del figlio, gli chiedeva tutte le sere di raccontare a cena qualche cosa di creativo. Un banco di prova che permette a Seneca di conoscere e stabilire amicizie con gli altri piloti. Tra questi, oltre a Francesco Baracca, c’è Luigi Fontana della Vetreria Fontana Arte che resterà uno dei suoi migliori amici e che gli farà incontrare Giovanni Buitoni. Buitoni lo assumerà nel 1921 alla Perugina, con l’incarico di fondare e dirigere l’ufficio pubblicità.In Perugina, Seneca ispirandosi alla coppia protagonista del dipinto “Il bacio” di Francesco Hayez (1859) crea la famosa coppia su fondo blu che ancora oggi, anche se aggiornata con l’aggiunta delle stelle da Giovanni Angelini negli anni di Carosello, conosciamo. Sembra anche che Seneca abbia inventato i famosi bigliettini dei Baci, ispirandosi ai messaggini scritti sulla carta velina che Luisa Spagnoli, proprietaria della Perugina, inviava allora al suo amante Giovanni Buitoni, Amministratore Delegato dell’azienda, nascosti in mezzo ai cioccolatini.
Uno dei primi bigliettini recitava: è meglio un bacio oggi che una gallina domani.


A partire dal 1924 – e fino al 1927 – Seneca realizzò poi quattro manifesti per la Coppa della Perugina, corsa automobilistica istituita quello stesso anno proprio da Giovanni Buitoni. La serie, che testimonia un deciso avvicinamento alle soluzioni formali del futurismo e alla ricerca di Dottori, portò l’artista a confrontarsi con il problema della rappresentazione del movimento e della velocità. Treccani scrive, riferendosi all’opera di Seneca, che “i manifesti incentrati perlopiù su una figura simbolica quanto sinteticae dalle forme compatte e fortemente volumetriche, risentono sia della lezione grafica postcubista sia dell’influenzadi Leonetto Cappiello e permettono altresì di intuire quale fosse il peculiare processo creativo che portava l’artista alla realizzazione del prodotto finito. Durante la fase di ideazione delle sue opere, Seneca era infatti solito realizzare, su un’anima in fil di ferro, un modellino preparatorio in gesso che, esposto a una forte fonte di luce, gli permetteva di studiare e calibrare le volumetrie e i drammatici rapporti chiaroscurali. Da ciò ben si evince quanto l’artista prediligesse la ricerca plastica – a quelle date peraltro già oggetto di indagine e riscoperta a opera di alcune correnti artistiche italiane, prime fra tutte Novecento e Valori plastici – a dispetto della bidimensionalità tipica dell’affiche”.


Nel 1933 Seneca lascia Perugia per Milano, dove si lancia come libero professionista e apre uno studio pubblicitario che diventa presto famoso, con clienti come Talmone, Cinzano, Rayon e altri.
Tra le varie attività intraprende anche una nuova avventura creando una azienda per la produzione della plastica che non avrà molto successo. Il figlio dice del padre che era sicuramente più bravo a fare la pubblicità per gli altri che per se stesso. Lo stile e le idee visive di Seneca rimangono uniche e distinguibili facilmente tra artisti a volte molto omologati tra lor, ma qui non a caso stiamo parlando di qualcuno che ha saputo “volare” per davvero sopra i luoghi comuni con grazia e poesia.

Courtesy of: catalogo generale dei beni culturali, museo nazionale collezione salce. Copertina libro: “il segno e la forma” 

Leggi l’articolo su Touchpoint di Marzo | 2023 n° 02